Bentrovati all’appuntamento con la nostra rubrica Intrévista doppia.
Al primo appuntamento abbiamo dato spazio alle voci di due sviluppatori, in un balletto tra esperienza e freschezza.
In Intré vantiamo però anche di altre figure altrettanto importanti, ovvero i designer, che collaborano quotidianamente con tutte le figure presenti nel team.
Cosa pensa un designer di uno sviluppatore? E viceversa? Due mondi che spesso sembrano lontani anni luce…vediamo cosa ne pensano Diego Chierichetti e Carlo Mandelli.
Buona lettura.
Ciao, chi sei? Descriviti brevemente.
Ciao, mi chiamo Diego Chierichetti. Ho 34 anni e sono un designer di Thanks Design, venture di Intré, dal 2015.
Sono stato il secondo designer arrivato dopo il collega Emanuele Mantovani. Ho passato un primo periodo lavorativo nella sede di Monza, dove ho avuto modo di conoscere Carlo. Ora sono stabile nella sede di Seriate assieme agli altri colleghi.
Grazie ad Intré ho scoperto l’Agilità, e con Emanuele e il resto del team abbiamo trovato il modo di integrare la figura del designer in questo mondo ideando il modello Design Eye (3).
Nel tempo libero mi dedico ai viaggi e alla fotografia. Da circa 3 anni si è aggiunta un’altra passione: il mio bambino.
Ciao, mi chiamo Carlo Mandelli e sono uno sviluppatore. Ho iniziato la mia professione nel secolo scorso e cioè nel 1993. Dopo una pausa di un anno come Carabiniere ausiliario mi sono occupato di automazione per poi passare allo sviluppo web in Python (1).
Con l’avvento dell’iPhone sono passato a tempo pieno allo sviluppo di applicazioni native per poi approdare in Intré dove mi occupo di sviluppo frontend tramite il framework Sencha Ext JS (2).
Nel tempo libero mi piace videogiocare e stare all’aria aperta ma la maggior parte del tempo la passo con mio figlio con cui disegno, leggo libri e gioco con il Lego.
Prova a spiegarci con parole tue in che cosa consiste il lavoro del tuo collega.
“E’ un’enorme nuvola grigia, Carlo scrive codice”.
Scherzi a parte, il lavoro di Carlo consiste nel tradurre le specifiche dettate dal Product Owner o da noi designer in qualcosa di tangibile ed utilizzabile. E sì scrive codice, ma con esso anche i test, che sono un aspetto fondamentale.
Il lavoro di Diego consiste nel ricercare la soluzione migliore dal punto di vista dell’interazione umana per l’utilizzo di sistemi informatici. Si deve occupare di come una persona dovrebbe utilizzare uno strumento e come deve essere quello strumento per svolgere la sua funzione e quindi plasmarlo di conseguenza.
Spiegaci ora in che cosa consiste il tuo lavoro.
Lo UI/UX designer è colui che si occupa di rendere migliore possibile l’esperienza dell’utente con un prodotto. Anche da un punto di vista emozionale. Nell’ambito di cui mi occupo, quello dei prodotti digitali, svolgo il mio ruolo all’interno di Thanks applicando un metodo tutto nostro.
Delle quattro fasi costituenti il nostro modello Design Eye (ricerca, ipotesi, sviluppo e test) prediligo la fase di ricerca, dove con una serie di strumenti ricerchiamo informazioni sull’utente dell’applicazione. La fase di test viene svolta a fine ciclo, che poi riparte per sviluppi incrementali.
Il mio lavoro di sviluppatore frontend, in gergo frontendista, consiste nella realizzazione delle pagine che mostrano i dati e nella logica che permette di interagire con quei dati.
L’obiettivo è far funzionare l’interfaccia così come stabilito, avere le migliori performance di velocità nel presentare i dati e intercettare le possibili interazioni dell’utente che magari in fase di design non sono evidenti. Il tutto naturalmente con del codice pulito e sperabilmente privo di bachi.
Dovesse dipendere da te, daresti più importanza alle hard skill o soft skill nella valutazione di un nuovo collega?
Dipende da cosa ci si aspetta dal candidato. Delle buone soft skill (ad esempio essere collaborativi, saper lavorare in team) sono fondamentali per una collaborazione duratura ed efficace in Intré.
Ovviamente contano anche le hard skill ma in Intré, grazie all’ottima struttura organizzativa e alle gilde (4), è possibile migliorarle e crearne di nuove.
Mi capita di dover svolgere dei colloqui in Intré, e cerco di testare sia le hard skill (anche con esercizi pratici) che le soft skill (inserendo domande o situazioni che mi permettono di capire come si potrebbe comportare il candidato).
Dando per scontato le hard skill, che comunque vengono perfezionate e migliorate con il lavoro, penso che lo spirito di collaborazione e di iniziativa dei miei colleghi sia una delle soft skill predominanti in Intré.
Come ti trovi a collaborare con il tuo collega designer/sviluppatore?
Con Carlo non ho mai lavorato per un progetto del cliente. In generale con gli sviluppatori di Intré mi trovo molto bene, è sempre un’occasione per imparare qualcosa di nuovo, ad esempio sull’approccio al lavoro.
Il lavoro tra designer e sviluppatore aiuta nel maturare una coscienza su quello che effettivamente è implementabile. Se pensate alla UI di una applicazione, personalmente la tendenza era nel voler strafare. Negli anni ho imparato a dare peso alla concretezza nell’impostazione progettuale.
Non ho ancora avuto occasione di lavorare insieme a Diego.
Abbiamo avuto dei momenti di contatto in alcune situazioni particolari per suggerimenti o soluzioni spicce.
Parlando più in generale ho lavorato con altri 4 designer di Intré e devo dire che sono sempre dei momenti in cui acquisisco nuove informazioni. Possono essere nuove tecnologie o anche metodologie con cui presentare i dati.
In definitiva non posso che ritenermi soddisfatto dei colleghi designer.
Nel rapporto con i clienti, come viene percepita la tua figura? E in relazione alla figura del tuo collega?
Il ruolo del designer è fondamentale sia nella fase iniziale di un progetto che nell’implementazione di nuove funzionalità.
Captare i bisogni del cliente è importantissimo, ecco perché iniziamo con la fase di ricerca con il nostro modello Design Eye.
La figura del designer rimane chiave anche lungo un progetto, di pari passo con quella dello sviluppatore. Dopotutto senza codice sorgente il software non esisterebbe. E’ bene che si collabori sempre e non lavorando a comparti stagni e comunicando sporadicamente.
Data la mia esperienza mi viene chiesto di più del semplice “far funzionare una cosa” o “sviluppare una cosa nuova”. Devo saper organizzare l’attività per raggiungere lo scopo e anche proporre la miglior soluzione.
La collaborazione tra designer e sviluppatore, sopratutto se si affrontano nuovi contesti all’interno del progetto, è fondamentale. Acquisiscono un ruolo fondamentale non solo da un punto di vista del gusto estetico, ma anche funzionale.
Che cosa ti piace maggiormente del tuo lavoro?
Mi piace il contatto e potermi confrontare con gli utenti.
Come ho detto, la ricerca è la fase del mio lavoro che apprezzo maggiormente. Conoscere l’utente attraverso questionari, interviste, personas (5) e altri strumenti. Tutto per capire al meglio i suoi bisogni.
Mi piace anche la fase di test, utile per raccogliere feedback qualitativi e quantitativi, e scrivere codice (più che altro HTML e CSS).
“Scrivere codice!”
Mi piace anche poter continuamente acquisire nuove competenze oppure poter rilavorare su un progetto esistente per rendere il codice migliore, più performante, pulito, robusto.
Un altro aspetto che apprezzo molto è potermi continuamente confrontare con i colleghi per confermare le mie capacità e migliorarle. Questo è favorito in Intré anche tramite gli incontri settimanali di gilda nei quali ci dedichiamo ad argomenti formativi al di fuori del progetto.
Conoscete il film “Una settimana da Dio”? Prendendo spunto dal suo titolo, accettereste di scambiarvi i ruoli per una settimana?
Accetterei se e solo se non perdessi le mie skill da designer, così da avere competenze a 360 gradi per poter realizzare un mio progetto dalla A alla Z.
Per quanto riguarda la parte creativa, sì.
Come nel film Jim Carrey acquisiva i poteri da Dio, io dovrei acquisire i poteri del designer.
Cosa ne pensi dell'altro intervistato?
Carlo è una delle persone più simpatiche in Intré.
“Uno dei Carli più simpatici!”. (n.d.r. abbiamo un altro collega con lo stesso nome, Carlo Ballabio).
In generale di Carlo posso dire che è un validissimo collega, molto tollerante con noi designer ogni tanto effervescenti. E’ sicuramente tra gli sviluppatori più competenti anche a livello tecnico.
“A parte il fatto che sia un designer?”
Scherzi a parte, ho incontrato Diego parecchie volte sia a Monza che a Seriate in ufficio o in pausa pranzo. Gli argomenti di discussione non ci mancano, soprattutto quando il tema è il mondo Apple.
Ho visto alcuni suoi lavori in ambito assicurativo e li reputo sia belli che funzionali, a differenza di tanti altri siti che si vedono in giro.
Siamo arrivati alla fine, salutatevi.
“Ti saluto Carlo! Sperando prima o poi di poter lavorare insieme per un nostro progetto.”
“Ciao grandissimo!”