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Come imparare/produrre tanto in poco tempo?

24 Novembre 2021 - 6 minuti di lettura

Come imparare/produrre tanto in poco tempo? Ecco alcune strategie che si possono usare nella vita di tutti i giorni.

Sii consapevole delle tue capacità

Lo stato più efficace per imparare o lavorare bene è quello stato che in psicologia viene definito FLOW. È uno stato di completo assorbimento in quello che si sta facendo e ci rende molto attenti e recettivi su quello in cui ci stiamo focalizzando, lasciando fuori ogni distrazione.

Uno dei massimi ricercatori di questo stato mentale è Csikszentmihalyi che, oltre ad aver coniato il termine, stabilisce alcune caratteristiche che devono possedere le esperienze affinché vengano considerate ottimali e permettano alle persone di “lasciarsi andare”. Tali componenti, tuttavia, non devono essere presenti tutte per promuovere l’esperienza del FLOW. Le caratteristiche sono le seguenti:

  • Obiettivi chiari: possedere uno scopo ben preciso filtra le esperienze, selezionando quelle su cui si vuole focalizzare la propria attenzione, e favorire quindi il flusso, da quelle che si vuole ignorare.
  • Riscontro immediato: per promuovere un funzionamento cognitivo ottimale al perseguimento di un obiettivo, c’è bisogno di dare alla mente continui feedback immediati per farle capire se sta seguendo la direzione giusta o quella sbagliata.
  • Capacità di concentrarsi sul compito da eseguire: quando la persona si concentra su un unico obiettivo diventa più creativa e aumenta l’esperienza del flusso.
  • Possibilità di completare il compito con successo: tale possibilità aumenta ogni qualvolta decidiamo di mettere in atto atteggiamenti o comportamenti che riusciamo a controllare.
  • Coinvolgimento totale: secondo quanto afferma lo psicologo Csikszentmihalyi, la maggior parte delle esperienze ottimali derivano da un’attività che facciamo per il puro desiderio di farla, senza che sia una terza persona a dircelo.
  • Perdita di coscienza di sé: un’esperienza di flusso porta la persona a farsi assorbire completamente da ciò che sta facendo, provando piacere e interesse per ciò che fa e non curandosi di ciò che potrebbero pensare gli altri. In tal modo, la persona si fonde con l’attività che sta svolgendo.
  • Detenere il controllo: la probabilità di sperimentare un’esperienza di flusso aumenta tanto maggiore è il controllo che si ha sugli aspetti dell’ambiente che ci circonda.
  • Distorsione temporale: i minuti diventano ore e le ore diventano minuti. Quando siamo immersi in un’attività il tempo sembra passare molto velocemente, mentre quando siamo annoiati il tempo non passa più.

Tutte queste caratteristiche da sole non sono sufficienti, ma devono collocarsi in una dimensione in cui le skill personali e il livello di sfida richiesti per una determinata attività siano in perfetta sincronia. Il rapporto ideale tra queste due è lineare, ossia all’aumentare delle skill deve aumentare il livello di difficoltà di un certo compito perché lo stato di flusso si mantenga.

Adotta un approccio iterativo-incrementale

Lo stato di flusso è l’ideale, ma non sempre è possibile raggiungerlo. Cosa fare se tendiamo a distrarci? Quando per esempio facciamo Pair Programming e non siamo noi a mettere le mani sul codice, spesso ci capita di sorprenderci con la testa per aria, oppure succede quando quello che dobbiamo o vogliamo imparare ci risulta noioso e poco accattivante. Quante volte abbiamo letto una documentazione o cercato soluzioni a bug o di design per ore senza notare quella cosa che era davanti a noi tutto il tempo? Ci siamo passati mille volte, ma non eravamo abbastanza attenti e ce la siamo fatta sfuggire.

La nostra attenzione ha uno span massimo che si aggira intorno ai 20 minuti. In questo lasso di tempo siamo però in grado di imparare tantissimo, una strategia vincente è quella di condensare le lezioni in 20 minuti, fare qualche minuto di pausa, e poi iterare su quello che si è imparato per i prossimi 20 minuti.

Se stiamo debuggando o ragionando su un problema, spesso ci ritroviamo bloccati e iniziamo a fare pensieri circolari che ci portano sempre alle stesse conclusioni errate. Una piccola pausa può fare miracoli e accelerare di molto la sua risoluzione, facendoci uscire dagli schemi e aiutandoci così ad avere altre prospettive sul problema. Un’altra piccola cosa che può fare miracoli è lo zucchero!

Con un poco di zucchero…

È stato dimostrato come all’aumentare dei tasks cognitivi (specialmente legati all’autocontrollo) per periodi prolungati, aumenti il consumo di zuccheri da parte del cervello, con un conseguente drop nella glicemia del sangue e nelle performance cognitive, e viceversa ripristinando i livelli di glicemia, le performance tornano a un buon livello molto più in fretta.

Le pause possono essere attive

L’attività fisica, specialmente tra un compito cognitivo e l’altro, aiuta ad aumentare lo span di attenzione addirittura per settimane! Non parlo di allenamenti con i pesi, anche solo scendere le scale per prendere una boccata d’aria o prendere dell’acqua possono andare bene. Lo stretching e gli esercizi posturali non sono solo utili all’ergonomia, ma anche all’efficienza cerebrale! Anche manipolare oggetti o camminare aiuta a ragionare e stimola l’attenzione, e questo può essere utile soprattutto a chi durante un’attività in coppia sta vivendo il suo turno da “spettatore” e fatica a rimanere sul pezzo.

Iterare secondo Feynman

Richard Phillips Feynman, Premio Nobel per la fisica nel 1965 grazie alle sue ricerche in ambito dell’elettrodinamica quantistica, considerato uno dei padri dei computer quantistici, sì, proprio quel Feynman!

Oltre al suo lavoro come ricercatore, fu anche professore universitario e sviluppò una strategia dell’apprendimento molto efficace:

  1. Una volta assorbita la conoscenza, ripetila pensando di doverla spiegare a un bambino o a un oggetto inanimato come una paperella di gomma.
  2. Cerca di identificare i buchi nella tua spiegazione, quello che non riesci a tritare fine, probabilmente non lo hai capito ancora abbastanza a fondo.
  3. Quando ti senti in grado di spiegare tutto, REFACTOR! Rifattorizza le tue conoscenze in qualcosa di più semplice, conciso e facilmente veicolabile e categorizzabile sia per te che per gli altri.
  4. Trasmetti le tue conoscenze ad altri. Feynman ritiene quest’ultimo punto opzionale, ma ricorda che una paperella non farà mai domande scomode, a volte abbiamo buchi che non siamo in grado di vedere da soli.

Conclusioni

Riassumendo, per affrontare la maggior parte dei problemi mentali e imparare velocemente qualsiasi cosa:

  1. Pianifica il percorso in base alle tue skills.
  2. Massimizza la tua concentrazione e prenditi delle pause quando senti di non riuscire a mantenerla, se poi durante qualche pausa ci scappa una caramella o una passeggiata, tanto meglio!
  3. Itera su quanto hai studiato o sul problema che stai risolvendo finché non sei in grado di veicolarlo in modo semplice agli altri.

Bibliografia

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