Agile Experience Conference – Pensare e Testare il Prodotto
Bentrovati cari lettori, oggi parleremo di Agile e prodotto e non possiamo non iniziare dal seguente assunto
Realizzare un prodotto che sia davvero apprezzato dai nostri clienti non è facile.
Che si tratti di un prodotto fisico o digitale, di un qualcosa di nuovo o di una nuova versione, nel nostro contesto Agile esistono strumenti che possono aiutarci nella buona riuscita del lavoro.
Quali sono questi strumenti e quali tecniche potremmo utilizzare?
Vi lascio al resoconto della presentazione di Susanna Ferrario, Head of Digital Products in Giunti Psychometrics, ospite del webinar organizzato il 18 Febbraio da AgileItalia e sponsorizzato da IAM e Sintegra.
Buona lettura.
Susanna ha organizzato il suo intervento in due momenti, parlandoci sì di strumenti ma distinguendoli in base al tipo di lavoro da svolgere.
Dopotutto lavorare al concepimento e realizzazione di un prodotto nuovo è ben diverso dal lavorare all’aggiornamento di un prodotto già esistente.
Approccio Agile per realizzare un prodotto nuovo
Quando si avvia un nuovo progetto bisogna innanzitutto tenere conto degli interlocutori, ovvero gli stakeholder [1], anche interni all’azienda.
L’altro aspetto riguarda gli obiettivi che si vogliono raggiungere, ad esempio in termini di ricavi, penetrazione nel mercato, crescita dei volumi di vendita.
E’ quindi fondamentale fare chiarezza sugli obiettivi e le persone coinvolte.
Susanna consiglia di sfruttare al meglio la fase di discovery del progetto, ovvero guardarsi intorno, sia all’interno che all’esterno dell’azienda, svolgere attività quali analisi di mercato per capire se esistono soluzioni affini o caratteristiche assenti nei prodotti concorrenti.
Abbiamo tutti Internet a disposizione, sfruttiamolo per reperire informazioni da forum, manuali d’uso, video dimostrativi e chi più ne ha più ne metta.
Da tutti questi dati potremmo cogliere i punti di forza e di debolezza delle soluzioni già presenti, e ragionare di conseguenza per il nuovo prodotto che andremo a realizzare.
Il passo successivo è definire quelli che saranno gli utenti finali, il nostro pubblico, utilizzando come strumento le personas [2].
Una personas è una rappresentazione semi-reale del cliente ideale, basata su dati concreti e ipotesi di caratteristiche demografiche, comportamenti, motivazioni e obiettivi.
Non parliamo quindi di definire semplici segmenti di pubblico bensì profili più a 360 gradi.
Per ottenere informazioni utili alla realizzazione delle personas potremmo ricorrere ad interviste o questionari.
Impact Mapping
Uno strumento che Susanna ha trovato e trova molto utile, dall’alto della sua esperienza con prodotti digitali B2B e B2C, è l’Impact Mapping [3] ovvero una tecnica di pianificazione strategica che aiuta a comporre una mappa mentale.
Sono quattro gli elementi sul quale ragionare:
- Chi, ovvero le personas.
- Perché, l’obiettivo che vogliamo raggiungere.
- Come, in termini di impatti che tale prodotto avrebbe sull’azienda e non solo.
- Cosa, quindi definire le attività, i deliverable, le caratteristiche del prodotto che ci aiuteranno a raggiungere l’obiettivo.
L’Impact Mapping è uno strumento che ha senso se utilizzato insieme attraverso una sessione collaborativa dove più persone, meglio se con competenze eterogenee, collaborano.
Esistono ovviamente altre tecniche valide, perché portano alla generazione di tante idee, come ad esempio il Brainstorming o il Liftoff per il quale Susanna suggerisce il libro “Liftoff: Start and Sustain Successful Agile Teams” [4].
Agile e strumenti per lavorare ad un prodotto esistente
Quando dobbiamo lavorare ad un prodotto già esistente valgono sicuramente strumenti e tecniche di cui scritto sopra, ma con un ovvio vantaggio che prima non è possibile sfruttare: una grande mole di dati.
Se ci pensiamo, per un prodotto esistente potremmo attingere dai dati di vendita, di utilizzo (feedback rilasciati dagli utenti ad esempio)…insomma un bel patrimonio.
Potremmo organizzare interviste interne a colleghi, sia del team di sviluppo ma anche del reparto vendite e da queste analizzare i dati raccolti. Da questi poi potremmo formulare delle ipotesi sul nuovo prodotto che verranno validate o meno attraverso i dati raccolti da altre interviste questa volta fatte ai clienti reali.
Susanna suggerisce di ricorrere alla teoria del Jobs To Be Done [5], o JTBD, per comprendere cosa sia effettivamente rilevante per il cliente che poi sceglie il prodotto.
Sicuramente utilizziamo un certo prodotto per un compito da svolgere, ma con il JTBD si va più in profondità considerando anche aspetti più “soft” che trovano sede nelle sfere personali e sociali delle persone.
Che si tratti di un prodotto nuovo o una miglioria di un prodotto esistente, possiamo ricorrere a tanti strumenti che generano idee, possibili soluzioni…che andrebbero però prioritizzate, provate e in caso scartate o validate.
The Lean Startup
Susanna consiglia il libro “The Lean startup” [6] di Eric Ries il quale introduce una nuova dimensione nello strutturare l’impresa rendendola più agile e soprattutto rendendo i progressi più facilmente verificabili.
Ogni azienda che adotta la metodologia Lean, molto in voga tra le startup, dovrebbe seguire cinque step che vanno a costituire un ciclo in quanto è possibile (ma non è detto) che alla fine dell’ultima fase si possa cominciare da capo. Le cinque fasi sono:
- Creazione di un MVP ovvero Minimum Valuable Product. Il Minimo Prodotto Attuabile che abbia tutte e sole le caratteristiche minime indispensabili all’inizio in modo da andare sul mercato il prima possibile ed iniziare subito a misurare.
- Misurazione ed analisi dei primi dati.
- Misurazione successiva.
- Analisi del trend. Mi avvicino al trend che voglio?
- Se la domanda al passo precedente ha avuto una risposta negativa, potrebbe esserci bisogno di un Pivot ovvero eseguire una correzione strutturata della strategia. Fondamentalmente consiste nel testare una nuova ipotesi del prodotto, strategia o engine di crescita.
Lean Experiment Map
Susanna suggerisce la Lean Experiment Map [7], uno strumento molto efficace per applicare nella pratica i principi Lean di sperimentazione, misurazione dei risultati e apprendimento.
Di seguito gli step da seguire nell’ordine in cui sono proposti:
- Definizione dell’idea.
- Valutazione delle assunzioni.
- Formulazione di un’ipotesi.
- Creazione dell’esperimento.
- Registrazione dei comportamenti.
- Individuazione del target (ovvero metrica di successo).
- Risultati.
- Analisi delle motivazioni e insight.
- Decisione relativa alla soluzione esplorata.
L’idea è partire dalle assunzioni più rischiose che si hanno dietro all’idea del prodotto, su queste formulare degli esperimenti per validare o meno le ipotesi e indurre il cliente a fare delle azioni.
Questa tecnica Lean ruota attorno al concetto di MVP precedentemente trattato.
Conclusioni
Esistono tanti strumenti e tecniche da poter applicare nel nostro contesto Agile quando dobbiamo lavorare ad un prodotto, ma ciò che davvero è importante secondo Susanna è l’approccio.
L’ascolto, il gioco di squadra, il confrontarsi con la realtà, il saper sfruttare la grande mole di dati e soprattutto
Io so di non sapere
Come sosteneva un certo Socrate.