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eXtreme Programming o no?

2 Settembre 2019 - 2 minuti di lettura

Damiano ha recentemente letto Extreme programming explained (colloquialmente noto come Il libro bianco) di Kent Beck, per irrobustire un po’ le sue basi su eXtreme Programming.

In questo fondamentale testo del 1999 vengono introdotti e spiegati i valori princìpi e pratiche XP.
Damiano è rimasto particolarmente colpito dall’analisi delle situazioni che rendono difficile o impossibile l’applicazione efficace di questa metodologia…e di altre, come da lui rimarcato.
Da qui l’esigenza di organizzare una breve presentazione di alcuni di questi impedimenti, per poi lasciare spazio ad una discussione aperta, durante l’open conference avvenuta al Camp aziendale di Giugno.

Considerazioni su eXtreme Programming e quotidianità

Cedo ora la parola a Damiano:

Vediamo questi problemi nel nostro lavoro di ogni giorno?
In che modo ci impediscono di lavorare al meglio (in termini di soddisfazione sia dello sviluppatore sia del cliente) e di consegnare il prima possibile il prodotto migliore possibile?
Come possiamo mitigare alcuni problemi e dove invece è necessario essere consapevoli della loro esistenza ed accettare degli inevitabili compromessi affinché il business possa avere successo?

Faccio solo un esempio: se in un progetto passano mesi dallo sviluppo al rilascio al cliente finale, sarà molto difficile ottenere feedback utile a “correggere la rotta” prima di allontanarsi troppo dalle necessità dell’utente che magari non sono inizialmente chiare nemmeno all’utente stesso. 
Quali passi possiamo compiere per abbreviare il ciclo di feedback anche in questa situazione?

Dalla discussione sono emerse opinioni diverse e molto interessanti da persone che ricoprono ruoli diversi in Intré. Colleghi che lavorano su diversi progetti e sono parte del team Intré chi da più tempo chi da meno…grazie a tutti quanti, questo tipo di confronto è sempre un grande arricchimento.
Un grazie particolare a Fabio GhislandiFrancesco Rigillo e Giulio Roggero per aver partecipato alla discussione portando i punti di vista dei soci Intré.
Non solo.
Li ringrazio per il reality check sul fatto che la situazione “ideale” è un obiettivo da perseguire senza illusioni utopiche, e per le rassicurazioni sul futuro di Intré e la chiarezza sui pain points attuali.

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