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IAM On Air – Stagione 1 – “How I met Agile” – Episodio 1

17 Luglio 2020 - 4 minuti di lettura

Il 4 Giugno è andato in scena il primo appuntamento di IAM On Air – La serie, un nuovo format di conferenze patrocinato da Italian Agile Movement (1). L’idea è arrivare a fine 2020 con una serie di miniconferenze tematiche con cadenza bisettimanale. Ogni stagione sarà caratterizzata da quattro eventi, tre con lo stesso formato (due talk sullo stesso argomento) e l’ultimo caratterizzato da una unconference. Proprio per l’alta frequenza degli appuntamenti, la call for speaker rimarrà sempre aperta perché si vuole continuare ad alimentare un funnel di potenziali talk per riempire i singoli eventi.

Spazio a Tiziano Interlandi e Francesco Racanati, protagonisti di questo primo episodio della prima stagione sul tema “How I met Agile?”.

Buona lettura.

Da Team Leader ad Agile Coach

Tiziano ci ha raccontato le tappe del suo viaggio nel mondo Agile. Un viaggio iniziato nel 2000 e non ancora concluso, durante il quale non sono mancate difficoltà ma anche soddisfazioni.

Chi era Tiziano nel 2000 e chi è oggi? Da team leader ad Agile coach, scopritelo leggendo l’articolo di approfondimento.

Io speriamo che me l’Agile

Francesco Racanati è uno Scrum Master in dal 2018. Appassionato di Agilità e serious gaming addicted.

Nonostante la sua giovane età, Francesco porta la sua esperienza con il mondo Agile attraverso un simpatico racconto di un incontro, dopo alcuni anni, con un compagno di classe delle scuole superiori.

Non un compagno qualunque bensì un “rospo”, ovvero la persona che tutti tendono ad ignorare, a respingere. Ma che in realtà è una bellissima persona.

Che è successo a Francesco negli anni precedenti l’incontro?

Rewind

Dall’inizio della sua carriera, iniziata nel 2013, Francesco ha lavorato in contesti digitali che si “dichiaravano” Agili ma che a conti fatti non lo erano affatto. Lavorare in tali contesti ha portato negli anni a sviluppare una sorta di avversione per l’Agile.

Ma è il 2018 l’anno per così dire della svolta. Francesco lavorava come Product Owner per una startup, dove godeva di una certa libertà nell’organizzazione del lavoro.
“Noi utilizziamo Scrum, ma fai come meglio credi”. Carta bianca quindi, e allora via con l’utilizzo di JIRA, creazione di story, task, backlog…insomma tutto ciò che qualunque P.O. avrebbe fatto. Passano però due mesi e accade il fattaccio: Francesco si era accorto che lo stato attuale del progetto era disallineato con quanto pianificato. Per l’organizzazione però Francesco era bravo, veniva apprezzato.

Sulla base di che cosa? Come era possibile essere apprezzati quando la realtà era ben altra?

The Scrum Guide e l’incontro con il rospo

Francesco voleva fare chiarezza su Scrum, capire davvero come funzionasse questo framework Agile. Decise allora di leggere The Scrum guide [2]bentrovato amico rospo!

Dalla lettura del libro Francesco apprese molto, e tornando indietro alle sue prime esperienze trovò risposta alla seguente domanda:“Come faccio ad essere agile in un contesto dove tutti lo odiano?”

Si deve partire con l’avere FIDUCIA, in primis verso me stesso e poi degli altri.

Che vuol dire FIDUCIA?

Francesco cita il talk “The Anatomy of Trust” [3] tenuto da Brené Brown, in particolare i sette elementi costitutivi dell’acronimo B.R.A.V.I.N.G. da lei coniato:

  • Boundaries, ovvero mettere in chiaro le aspettative, i ruoli. Importante è stato leggere e studiare libri e partecipare ad eventi di settore, come gli Italian Agile Days del 2019 [4] che sono stati di grande ispirazione per Francesco.
  • Reliability, cioè tenere fede alla parola data. “Volete avvicinarvi all’agilità?” Tenete fede al vostro impegno! Iniziate sicuramente studiando e prendendo le certificazioni [5], come ha fatto Francesco. Ma avere la certificazione non basta.
  • Accountability, avere l’umiltà e il coraggio di ammettere i propri errori.
  • Vault capacità di tenere confidenze altrui per sé stessi. Spesso si vendono le confidenze altrui per acquisire fiducia di altre persone. Meglio tenerle per sé ed imparare ad ascoltare.
  • Integrity. E’ importantissimo fare esperimenti su sé stessi.
  • No judgement, ovvero non giudicare chi chiede aiuto nello sviluppare le sinapsi Agili. E’ capitato a tutti.
  • Generosity: assumete sempre le migliori intenzioni nei confronti di chi vi remerà contro.

Oggi Francesco è amico dell’Agilità, ha acquisito fiducia con il team e anche con se stesso. Pace fatta con l’amico rospo, miglior finale non si poteva immaginare.

Conclusioni

Come si dice, buona la prima! Entrambi i talk sono stati interessanti (come testimoniano i numerosi post-it, like e cuori posti negli spazi delle due sessioni nella board), del resto è sempre piacevole, nonché istruttivo, ascoltare le esperienze altrui nell’ambito Agile. In generale l’interazione non è mancata.

Un ringraziamento agli sponsor tutti i volontari che hanno reso possibile questa mini-conferenza.

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