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Intrévista doppia – Thanks Design

30 Luglio 2020 - 2 minuti di lettura

Ben ritrovati con l’appuntamento dell’Intrévista doppia.

Nei precedenti episodi abbiamo dedicato spazio agli sviluppatori ed un confronto tra i due mondi dello sviluppo e del design, componenti fondamentali del nostro business e che ci permettono sempre più di caratterizzarci nel mondo in cui operiamo.

Da qualche anno è stata fondata Thanks Design [1], una venture di Intré composta da uno studio di designer il cui scopo principale è affiancare il cliente nella realizzazione del proprio prodotto digitale, dalla definizione degli obiettivi allo sviluppo.

Che cosa si intende per Thank Design? Cosa vuol dire essere un designer? Queste e altre domande rivolte a Andrea Sironi e Giacomo Nava.

Buona lettura.

Ciao, chi sei? Descriviti brevemente

“Ciao! Mi chiamo Giacomo Nava e sono il designer più giovane del team di Thanks Design.”

Conseguito il diploma di “Tecnico Grafica & Comunicazione”, decido di continuare gli studi iscrivendomi ad un corso ITS di comunicazione multicanale.
Durante il periodo post-diploma ho avuto la possibilità di muovere i primi passi nel mondo del lavoro facendo diverse esperienze tra le quali una a Madrid.
Dopo una breve esperienza come visual designer presso una startup milanese, mosso dal desiderio di sviluppare competenze in ambito web e digital approdo in Intré nell’Aprile del 2019.

Al di fuori del lavoro coltivo la mia passione per lo sport e ogni tanto mi diletto anche in cucina sperimentando ricette healthy.

“Ciao sono Andrea.”

Ho iniziato la mia carriera lavorando come designer digital, occupandomi di siti e app in ambito e-commerce.
Nei primi anni ho utilizzato Flash, apprezzandone le funzionalità e le potenzialità.
Poi il mondo è cambiato (entro fine anno Adobe smetterà di supportare Flash [2]), e di conseguenza anche io.
Ho cambiato settore, passando da una startup a Thanks Design trovando un ambiente che mi permettesse di lavorare con un giusto mix tra codice e grafica.

Nel tempo libero mi piace leggere, guardare serie TV, seguire la Formula 1…insomma “tutto ciò che è possibile fare stando comodamente seduti è il mio hobby”.

Che cosa significano per te le parole Thanks Design?

Sono rimasto molto affascinato dalla spiegazione del naming sul nostro sito.
Thanks è la traduzione inglese della parola Grazie. Ringraziare significa riconoscere un valore, e riconoscere un valore significa essere dei buoni designer.

Per me quindi le parole Thanks Design significano realizzare buon design che sia visivamente potente, elegante, senza tempo, utile e, sopratutto, usabile per poter soddisfare l’utente finale.

Le due parole Thanks Design esprimono bene l’approccio che usiamo.

Un cliente quando è soddisfatto effettivamente non può che ringraziare, frutto di un lavoro che si è portato avanti assieme, noi e lui.

C’è qualche area/aspetto del design che ti affascina particolarmente? In quale vorresti migliorarti?

Arrivo da un percorso multicanale il quale mi ha permesso di lavorare su aree diverse e di conseguenza capire quale aspetto del design più mi potesse interessare.
Ho iniziato come visual designer, ma con il passare del tempo mi sono reso conto che il mondo dello sviluppo dei siti web era ciò che più mi affascinava. La leva che mi ha permesso di entrare nel team di Thanks Design.

In futuro spero di potermi migliorare sulla parte di sviluppo, un mondo infinito e in continua evoluzione.

L’aspetto che mi ha da sempre colpito è che attraverso il design troviamo la soluzione ai problemi e alle esigenze dei clienti.

Ciò che apprezzo è il metodo, più che un ambito specifico.
Sarebbe bello poter approfondire l’esperienza di lavoro tutti insieme: sviluppatori, designer e P.O..

Un’area che reputo affascinante è quella del Design Thinking [3]: l’idea di coinvolgere tutti gli stakeholder di un progetto, creare empatia è importante, porterebbe molto valore anche al cliente in quanto si sentirebbe più coinvolto.

Il Design Eye è il vostro metodo di lavoro. Quale fase ti piace maggiormente?

Delle quattro fasi costituenti il nostro modello [4], quella che apprezzo maggiormente è ovviamente la fase di sviluppo.

In questa fase realizziamo il prodotto vero e proprio con tutte le funzionalità e le caratteristiche dichiarate nelle ipotesi di progetto.
Altre attività riguardano la progettazione dell’architettura informativa, dell’interfaccia e la scrittura del codice html, css, scss e perché no React e/o Javascript.

La fase di sviluppo durante la quale implementiamo la grafica, l’interfaccia e scriviamo il codice.

Come Giacomo, è la parte che più mi dà soddisfazione, soprattutto per verificare se quanto deciso e pianificato è coerente nonché bello.

Come spiegheresti il tuo lavoro ad un bambino?

Il design “è il disegno di tutte le cose che ci circondano e utilizziamo tutti i giorni”, e il lavoro del designer consiste nel progettare e disegnare tutte queste cose in grado di migliorare la vita delle persone.

Ho dei nipoti, e quando mi chiedono che lavoro faccio rispondo loro “Io disegno quello che vedi sul pc e sul telefono. Quello che vedi potrei averlo fatto io.”

Hai mai partecipato ad eventi/conferenze/workshop di settore?

Giusto qualche mese fa ho partecipato, assieme ad altri colleghi, alla conferenza virtuale Digital Design Days [5].
Tanti argomenti interessanti, quello che più mi ha colpito è stato il talk di Luca Mascaro, fondatore di Sketchin [6], il quale ha parlato di tecnologie e regole per fare buon design, facendomi scoprire i 10 principi si Rams [7], designer della Brown.
Principi che si adattano con il passare del tempo e con l’avvento di nuove tecnologie.

In passato ho partecipato ad eventi in ambito pubblicitario, oggigiorno invece mi piacerebbe andare più nell’ambito UX.
Anche io come Giacomo ho seguito i Digital Design Days, un po’ per la curiosità della formula.
Mi ha colpito in generale la capacità degli speaker di trasmettere la loro passione e quindi ispirare e conoscere persone che arrivano da contesti differenti.

Quale gilda, tra quelle al quale hai preso parte, ti è piaciuta maggiormente?

La gilda più interessante al quale ho preso parte è stata Gumly.

Ho trovato davvero stimolante e istruttivo lavorare a stretto contatto con i colleghi sviluppatori.

Un altro aspetto interessante ha riguardato il poter vedere un progetto nella sua interezza, dall’ideazione al branding alla creazione di wireframe sino allo sviluppo del prototipo.

Tra le diverse gilde al quale ho preso parte devo dire che Microbit è quella che mi ha colpito maggiormente.

L’aspetto più interessante è stato il mix digitale-analogico, dato che abbiamo prodotto un sito vetrina, i videogiochi ma anche i controller fisici per poter giocare.
La realizzazione di un qualcosa di fisico ha rappresentato una novità.

Come ti trovi a collaborare con gli sviluppatori?

Grazie alla gilda Gumly ho avuto modo di collaborare con i colleghi sviluppatori per i quali ho apprezzato molto il loro aiuto nell’imparare nuovi linguaggi di programmazione come React.

Mi ha sempre affascinato il mondo della programmazione.

Non lo vedo così distante dal mio mondo, perciò mi trovo molto bene poter mettere mano a codice (Scss, html o Javascript).

Come vedi Thanks Design tra 10 anni?

Vedendo l’andamento di Intré nell’ultimo anno spero di notare altrettanto per Thanks Design e soprattutto di essere tra i protagonisti.

Vista la situazione attuale sarà una bella sfida.

“Il potenziale per crescere c’è, ci crediamo!”

Siamo arrivati alla fine dell'intrévista, salutatevi.

Un grande saluto al professor Sironi, che mi sta formando come designer. Un grande grazie!

Ciao Jack, continua così!

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