Oggigiorno le pratiche e le metodologie Agili sono sempre più adottate dalle aziende che quindi si servono (e magari poi formano al loro interno) di figure quali Agile Coach e Scrum Master [1].
In un mondo in continua evoluzione, come saranno le cose tra 5 anni? Esisteranno ancora figure come Scrum Master o Agile Coach?
Magari sì, con “compiti” e ruoli simili ad oggi.
Magari no: tutti, in qualche modo, fanno Agile, e ne sanno un po’. Le competenze si diffondono, e i ruoli full-time si “sciolgono”.
Magari…ni: il nome del ruolo resta, e il focus si sposta.
Carlo Beschi, Agile Coach che lavora e vive a Londra per Treatwell, ha moderato un webinar interattivo per condividere il suo pensiero e fare dei ragionamenti con noi partecipanti attraverso l’uso di Google Jamboard [2].
Buona lettura.
Agile oggi
Prima di scoprire quali siano le percezioni sul futuro dell’Agile, Carlo ci ha chiesto di scrivere cosa pensiamo oggi della parola Agile.
Diverse opinioni convergono verso un pensiero comune, ovvero che Agile è una buzzword, una parola di moda (quasi sempre anglosassone) che tutti ripetono perché fa trend. Molte aziende adottano Agile ma solo sulla carta, non lo comprendono fino in fondo, oppure dicono di essere agili solo perché “oramai lo fanno tutti”.
Maggior risalto viene dato agli aspetti positivi dell’Agilità: è un mindset, un approccio interattivo necessario per gestire progetti non solo in ambito software, efficiente che stimola il lavoro di gruppo. Attenzione a non fare copy & paste, ovvero copiare da casi di successo e sperare che le cose vadano per il verso giusto. A tal proposito non posso non citare il classico “non” modello Spotify [3].
Dai post-it scritti è emerso l’inevitabile confronto con la metodologia Waterfall [4], ciò che c’era prima (e che tutt’oggi permane) dell’avvento dell’Agilità. Per l’esperienza di qualcuno infatti, Agile altro non è che Waterfall a sprint. E’ bene sottolineare comunque che chi sceglie di continuare con Waterfall non commette un errore: tutto deve partire dalla volontà delle persone. Inutile insistere su un qualcosa se non la vuole veramente.
Che cosa impatta per l’azienda l’avvalersi di Agile Coach?
Dopo aver rotto il ghiaccio con qualche riflessione sullo stato dell’arte dell’Agilità, Carlo si e ci domanda quali siano gli impatti, per un’azienda, della consulenza di un Agile Coach e/o di uno Scrum Master.
Cambiare atteggiamento impatta sicuramente a livello organizzativo: nuovi ruoli, nuove competenze, nuovi strumenti. Essere seguiti da uno (o più) Agile Coach può portare sicuramente ad una maggiore maturità sulla vision e gli obiettivi aziendali, ma anche sui ruoli, pratiche e strumenti che verranno adottati.
“Che vuol dire Scrum?” “Cosa fa uno Scum Master?” “Che vantaggi porta un’organizzazione del lavoro in sprint temporali?” Tutte domande alle quali un Agile Coach sa rispondere.
L’importante è che venga compreso, a tutti i livelli di un’azienda, che ognuno ha una propria responsabilità e contemporaneamente si senta soddisfatto di sentirsi parte attiva di una società.
Quindi, nel 2025, gli Agile Coach e Scrum Master…
Cercando di proiettarci nell’immediato futuro, che succederà quindi?
Agile Coach e Scrum Master saranno più compresi e quindi maggiormente richiesti anche in Italia. Ma attenzione, magari questo porterà ad una proliferazione di coach, molti si professeranno tali anche se poco qualificati. E in tal senso potranno aprirsi delle possibilità per “controllori/esaminatori” per ispezioni e bollini di qualità “Agile”.
Sicuramente saranno sempre più fondamentali per le aziende, magari la figura dell’Agile Coach entrerà nella board aziendale, non verranno più presi dall’esterno ma formati internamente.
Magari diventeranno dei coach per gli executive, per i piani alti dell’azienda, non lavorando quindi più direttamente con i team che nel frattempo avranno acquisito skill Agili diffuse. Interverranno forse per affiancare team per casi specifici, più “sistemici”.
Ci si aspetta quindi una figura a più stretto contatto con il management e sempre meno con il team. Una figura che avrà un ruolo sempre più chiave per un’azienda.
Questo perché è pensiero comune credere che l’Agilità abbia oramai attecchito ai “livelli bassi” dell’azienda (un team di sviluppo ad esempio), aprendo quindi ad una necessità maggiore di coaching ai livelli manageriali. Perché questi ultimi impattano sulla buona riuscita di un’azienda Agile.
E quindi per me, questo implica…
Come ci dovremo comportare?
Sicuramente chi si ferma è perduto, perciò sarà bene continuare a studiare, formarsi, fare pratica e perché no fallire, per poi ricominciare. Focalizzare la formazione e la crescita professionale sulle pratiche che davvero portano valore, e stare attenti a non prendere come oro colato l’ultima novità (l’ultima release di una metodologia, l’ultima versione di un tool ecc.), ma sperimentare e migliorare.
Sarà altrettanto importante continuare a confrontarsi con Agile Coach di altre aziende, continuare ad essere curiosi e ampliare la propria cultura a tutto campo. Osservare, studiare, imparare e perché no influenzare…come sempre si dovrebbe fare.
Conclusioni
E’ personalmente la prima volta che partecipo ad un webinar così interattivo, Jamboard è uno strumento semplice e allo stesso tempo efficace per la gestione di webinar di questo tipo.
Ringrazio Carlo Beschi per la discussione costruttiva emersa attraverso le domande proposte.