Da qualche tempo Agile è una parola sulla bocca di tutti: negli ultimi anni è usata, forse abusata, in tutti gli ambiti soprattutto in quello dello sviluppo software, ed è diventata una “buzzword” su LinkedIn e dintorni.
Ma siamo davvero sicuri che il concetto, la filosofia, siano tanto diffuse quanto l’ubiquità della parola stessa farebbe pensare?
Quando ci sei dentro, quando vivi le metodologie Agili quotidianamente, è facile perdersi nella propria bolla. Là fuori, però, nel “mondo libero”, non tutte le aziende sono ancora riuscite a farsi contaminare dalla corrente e qualche volta, anche chi professa di praticarle…in fondo in fondo potrebbe fare di meglio.
Da inizio 2021 si sono uniti al nostro organico due programmatori, Stefano Maffeis e Simone Recupero, provenienti da contesti non Agili.
Quale miglior occasione, quindi, a distanza di qualche settimana dal loro ingresso, per valutare come sia stato l’impatto con una realtà in cui si cerca di applicare giornalmente i concetti presenti nel Manifesto Agile [1], fresco del suo primo ventennio di esistenza?
Come sapete, tutti i team di Intré lavorano con una qualche declinazione delle metodologie Agili (spesso Scrum, ma non solo). Stefano e Simone, in aggiunta all’apprendimento per “osmosi” dato dal normale coinvolgimento nelle attività quotidiane e nelle cerimonie dei propri team, hanno partecipato ad una gilda di studio ad-hoc sul tema, la gilda Scrum. A discapito del nome, il percorso coperto nei 5 incontri ha affrontato una panoramica completa su Scrum [2] e non solo.
Che cosa hanno appreso da questa gilda sulle metodologie Agili?
Facciamocelo raccontare direttamente da Stefano e Simone attraverso un’intervista.
Buona lettura!